Il calendario di Altaroma per questa edizione si è totalmente rinnovato.
Assenti i grandi nomi che hanno caratterizzato le precedenti stagioni. Tuttavia ampio spazio è stato dato ai giovani talenti.
La kermesse infatti ha visto un alternarsi di ben 100 designer e circa 400 studenti delle accademie di moda. Numeri importanti che evidenziano quanto l’Italia, nonostante le difficoltà, sia ancora l’officina del settore moda.
I quattro giorni dell’almanacco capitolino hanno visto sfilare al Pratibus molti “final work” di formazione accademica.
Platee in appassionati subbugli e applausi da stadio hanno accompagnato le falcate delle modelle.
Sostenibilità̀ e nuova ricerca tipologica sono state il tema di #LRW Luxury re.wear il progetto del corso di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Giunta invece alla quindicesima edizione il progetto per la ricerca di nuovi talenti della moda, frutto di una collaborazione tra Altaroma e Vogue Italia: “Who is on Next?”.
I vincitori sono stati per il ready to wear Federico Cina, per gli accessori il brand Maiorano.
Paola Emilia Monachesi ha presentato la sua personale collezione PRYVICE.
La parola che ha ispirato la sua collezione è “Tech Intencity” e ha rappresentato l’ascesa metaforica verso le “Wuthering Hights”. Così attinge ad ispirazioni cosmopolite e avanguardistiche mixando volumi estremamente semplici e la luminescenza dei metalli così da creare una narrazione di leggerezza e libertà.
Al PratiBus District presentata anche la terza edizione della sfilata “International Couture” con il Patrocinio dell’Ambasciata del Libano in Italia. Una sfilata collettiva dove si sono alternati Missaki, A Hummingway,Patrick Pham, BaroQco, Natasha Pavluchenko, A’biddikkia, Emmealcubo e Patty B.
Inoltre, in occasione del 70° anniversario dei patti bilaterali tra Indonesia e Italia l’accademia Koefia e i suoi studenti hanno presentano il progetto “Memorabilia: Guardaroba Impossibile”.
Due differenti declinazione di presentazione e trasposte nel tempo, in passerella ed in Ambasciata. La peculiarità di queste collezioni, oltre la commistione tra occidente ed oriente nelle linee sartoriali, è stato l’utilizzo del Batik. Quest’ultimo dichiarato dall’Unesco Bene Intangibile patrimonio dell’Umanità nel 2009.
Memorabilia nasce dalla manipolazione e dalla conseguente acquisizione di una padronanza di un processo concettuale ben preciso fatto di selezione, citazione e post-produzione.
I tessuti d’Oriente sono stati donati per l’occasione dall’Ambasciata della Repubblica Indonesiana a Roma.
Le stoffe utilizzate sono:
- i Batik provenienti da Madura (Giava orientale) e da Jombang (Giava orientale), insieme a quelli provenienti da Semarang (Giava centrale) tipici per il color giallo si distinguono per l’uso mattina e sera.
- il Tenun, proveniente da Nusa Tenggara Barat (Nusa Tenggara Occidentale) e da Nusa Tenggara Timur (Nusa Tenggara Orientale) tinto con un colore naturale derivato dalla corteccia degli alberi.
- il Tenun, proveniente da Padang e da Buton, sud-est Sulawesi, viene tessuto in fili metallici e indossato per i matrimoni.
Lascia il segno, come ricorda il nome della sua nuova collezione, Sabrina Persechino, l’architetto della moda che con le sue linee semplice avanza di stagione in stagione.
Be_Sign abbina sete, cachemire e pelli tagliati con la laseratura. L’incisione delle pelli e la commistione materiali danno vita ad outfit rigorosamente lineari e geometrici, peculiarità della stilista. Il risultato è elegante e funzionale. Immancabili i capispalla e le tute, oltre che abiti da cocktail e da grande soirée.
Un’edizione di Altaroma senza ritmi serrati, più dedita alla presentazione e agli approfondimenti e allo spazio per riscoprire la gioventù del Made in Italy ad ogni latitudine.