Ad Aosta città, l’area megalitica più grande d’Europa, un sito archeologico straordinario per un viaggio nel tempo.
Aosta città è il suggerimento che offro per la vostra vacanza di tarda primavera. Muniti di calendario alla mano non perdetevi l’occasione di fare un salto indietro nel tempo. Complice la “Festa della Repubblica” ogni occasione è buona per organizzare una gita fuori porta.
Il nostro Bel Paese ci offre l’imbarazzo della scelta e dimentichiamo quanto siamo fortunati a vivere in un luogo così magico. Da Nord a Sud la bellezza la fa da padrone.
Personalmente, non sono mai stata ad Aosta ma non vedo l’ora di poter visitare l’area megalitica più grande d’Europa. Si, avete letto bene: una superficie di quasi un ettaro (9821 mq), di cui 1200 di spazio espositivo, nel quale si alternano testimonianze archeologiche dal Neolitico all’Età del Bronzo, passando per l’Età del Ferro e quella del Rame.
Un vero e proprio viaggio nel tempo che ci porta indietro di 6000 anni.
L’Area Megalitica della città di Aosta è una pagina della nostra storia riemersa dopo anni di scavi.
Qui è possibile osservare persino i solchi d’aratro più antichi d’Europa. Tuttavia sono in corso prove di archeologia sperimentale per documentare scientificamente se tali solchi derivino dall’uso di un aratro a trazione animale o umana. Una scoperta continua che cela segreti antichissimi dell’ epoca preistorica ancor oggi ammantata di magia e mistero come su un set cinematografico.
Unico in Europa il sito è in grado di presentare sotto una gigantesca struttura sia i monumenti sia il museo che li illustra. Si offre così al pubblico l’emozione di una passeggiata tra le vestigia della preistoria e l’opportunità di approfondire in tempo reale le informazioni sui reperti nelle teche museali che si affacciano direttamente sull’area dei ritrovamenti.
Una visita che proietta il visitatore in un viaggio straordinario nella quotidianità di 6000 anni fa.
Sono stati rinvenuti difatti numerosi oggetti di uso quotidiano come utensili di ceramica, macine e macinelli, cereali raccolti dall’uomo della preistoria. Importante sottolineare la possibilità di approfondimento anche sui riti arcaici come la pratica mitologica della semina dei denti o la trapanazione dei crani di persone viventi per motivi di carattere rituale o a scopi medico-terapeutici.
L’esposizione è struttura in sei diverse sezioni, in un allestimento elegante e minimale che valorizza gli oggetti custoditi, anche grazie a soluzioni tecnologiche all’avanguardia: fasci laser, touch-screen e didascalie parlanti.
Storia, mito e leggende si mescolano dando vita a incredibili suggestioni.
Quarantasei stele antropomorfe raffiguranti divinità, eroi e capi guerrieri si possono ammirare dopo essere rimaste per millenni a guardia di un mondo inghiottito dal tempo.
Le lastre rappresentano dee con i capelli intrecciati, sopracciglia curate, abiti ricercati in fibra vegetale e splendidi monili; insieme a capi guerrieri vestiti di cuoio e pelliccia, con pendagli al collo e pugnali, arco e frecce nella cintura.
Il grande dolmen, il monumento funerario che svetta al centro degli scavi, eretto su una piattaforma triangolare di pietre che ricordano la figura del pugnale o della freccia, o ancora quella di una nave funeraria, probabilmente è dedicato ad nobile guerriero vissuto 4500 anni.
Un luogo unico, in cui grandi e piccini, grazie alle più moderne tecnologie, potranno vivere la migliore esperienza possibile. Qui per la prima volta si realizza un dialogo continuo tra reperti, luogo del loro ritrovamento e didattica museale. Una scelta innovativa che offre al visitatore una fruizione completa del sito, regalando un’esperienza conoscitiva ed emotiva ad ampio spettro.
Sono molti i quesiti che possono scaturire dopo una visita del genere ad Aosta.
Gli uomini di Saint Martin, chi erano e da dove venivano?
Non si sa ancora se i protagonisti dell’affascinante storia di Saint Martin de Corléans fossero discendenti dei cacciatori del Mesolitico, insediatisi nel Neozoico al termine della glaciazione, o se si trattasse di popolazioni venute dal Mediterraneo, come suggeriscono alcuni reperti riconducibili alla cultura di estrazione egeo-anatolica o transcaucasica.
Gli studiosi sono ancora al lavoro per scoprire la provenienza dell’uomo di Saint Martin.
Il luogo dei ritrovamenti è infatti un’antichissima via di comunicazione transalpina che collega la Pianura Padana alla Francia e alla Svizzera, da sempre via di passaggio e migrazioni, come conferma anche il ritrovamento di testimonianze preistoriche nei pressi del Piccolo e del Gran San Bernardo.
La stretta relazione culturale tra i versanti alpini è dimostrata anche dai ritrovamenti archeologici di Sion, nell’alta valle del Rodano, dove gli scavi hanno portato alla luce un sito con stele antropomorfe e monumenti funerari, simile e contemporaneo a quello di Aosta città. All’interno delle tombe di Saint Martin sono stati rinvenuti i resti di almeno 66 individui, sia adulti che bambini, inumati e cremati.
I risultati isotopici, a seguito delle analisi effettuate su 45 individui, hanno fatto emergere una dieta principalmente carnivora, con apporto di prodotti d’acqua dolce e piante tipiche dei climi temperati. Tutti gli individui analizzati sono risultati omogenei da punto di vista nutrizionale. Non sono state rilevate differenze a livello nutrizionale neppure tra i sessi. Pertanto è chiaro che maschi e femmine avessero accesso alle stesse risorse alimentari.
Queste e tante altre curiosità possono essere apprese durante la visita all’ Area Megalitica della città di Aosta.
Oltre all’Area Megalitica, ad Aosta città si possono visitare altri luoghi evocativi, in un crescendo di emozioni:
- Criptoportico forense – il monumento romano che circondava l’area sacra del foro di Augusta Praetoria (l’antico nome di Aosta)
- Arco di Augusto
- Teatro Romano al MAR – Museo Archeologico Regionale
- Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Sinceramente sono desiderosa di conoscere le beltà di Aosta città.
Spero vivamente di poter approfittare della prima occasione utile, come quella del due giugno, per concedermi una ricarica di bellezza, cultura e relax in questa montuosa realtà. Scorgere le cime innevate dei monti come in una favola. Assaporare paesaggi per me del tutto nuovi essendo io un “pesce d’acqua”. Varcare i confini di epoche mai vissute. Ad un passo tra la preistoria e il futuro. Leggendo di quelle epoche passate, ma sempre vive e pronte ad accogliere e sorprendere.
Nulla da invidiare al resto d’Europa.
Io penso di pianificare la mia prossima gita fuori porta. Voi?