Emancipazione intellettuale, sessuale e politica, lotte contro il sistema di censura che negli anni ’60 ebbe il suo culmine: è la redenzione dell’America Latina che si risveglia dopo un lungo torpore ad opera della band più longeva e amata della storia “The Rolling Stones”.
Il documentario di Paul Dugdale, proiettato durante la Festa del Cinema di Roma, è un inno alla gioia, alla curiosità e ai colori sempre nuovi che vengono fatti conoscere attraverso i punti di vista dei componenti della rock band.
Come in una tela di Ronnie Wood, le pennellate dei loro destini vengono stesi sulla tela grazie alla palette della storia economica e socio politica alla quale, volenti o nolenti, hanno preso parte.
La libertà recentemente conquistata da alcuni dei Paesi che hanno ospitato il tour alligna ancora all’ombra di un retaggio figlio delle dittature. La generazione dei nostri padri, traslata in Sud America, cresciuta in un ambiente che oscillava tra le privazioni e grandi aspettative ha finalmente, e non solo metaforicamente, raggiunto uno degli obiettivi più ambiti di tutti i tempi: la primordiale voglia di Libertà e autonomia. Si sono rotte le catene ed una ventata di nuovo bussa alla porta del Sud.
Cuba è sicuramente la realtà più emblematica rappresentata in questi centocinque minuti di pura energia ritmica. L’ipotesi della fine dell’embargo, la visita di Obama in concomitanza dell’arrivo dei Rolling Stones, sono tutti accadimenti che portano con sé un entusiasmo nuovo, non conosciuto probabilmente, per un popolo che cerca di rinascere dalla situazione di paralisi in cui è imploso negli ultimi ottanta anni.
Il documentario regala la visione onirica della musica come guida e salvezza, la musica senza tempo dei Rolling Stones diviene la chiave di volta per scoprire un nuovo mondo. Un mondo che ha bisogno di nuove divinità. L’idolatria per i Rolling Stones vivrà nonostante la polvere del tempo e i nuovi movimenti politici che si avvicenderanno.
È un tripudio di emozioni. È empatia collettiva. È gioia di vivere. È speranza.
Lunga vita ai Re del Rock!
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